Quando la vicinanza diventa offensiva

Spesso i familiari devono occuparsi delle faccende domestiche oltre che dell’assistenza, perché le persone malate non possono più gestire la casa da sole.

Spesso i familiari devono occuparsi delle faccende domestiche oltre che dell’assistenza, perché le persone malate non possono più gestire la casa da sole. Si aspettano che tutto sia allo stesso posto e che sia perfetto, come si ricordano in passato. Le persone colpite, la cui vita quotidiana è caratterizzata da continui riordini, ricerche e dimenticanze, hanno anche difficoltà a orientarsi nella propria casa. È comprensibile che accusino i parenti di aver messo via le cose o di averle rubate e che reagiscano a volte con scoppi d’ira. Fare da parafulmine per la rabbia e la disperazione è difficile nell’assistenza quotidiana. Ed è proprio chi si prende più cura di altri prova i sentimenti più negativi. Gli stati d’animo e le idiosincrasie tendono a trasmettersi in modo incontrollato tra i parenti stretti. Agli estranei o ai familiari che non sono coinvolti nell’assistenza, le persone affette dalla malattia mostrano spesso una versione di sé più indipendente, flessibile ed equilibrata.

La tragedia avvenuta a San Candido nell’agosto del 2024 è un caso particolarmente tragico e sconvolgente di un genitore con deficit cognitivo che viene sovraccaricato di cure e assistenza. Il figlio disperato spara al padre disabile, a una vicina di casa che si trova lì per caso e infine a se stesso.

La demenza non va in vacanza

Una serata informativa molto partecipata per il pubblico dal titolo "La demenza non va in vacanza"

Un compito erculeo

Venerdì 28 marzo 2025 ha avuto luogo l'assemblea generale dei soci

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