“Me lo ricorderó”: resoconto della giornata mondiale dell’Alzheimer 2022

ASAA richiama l’attenzione sul fatto che la malattia colpisce sempre più spesso i giovani.

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Da sinistra a destra:

  • Primario di psichiatria dell’Ospedale di Bolzano, Andreas Conca
  • Dietro a sinistra Monika Kripp, Dementia Austria
  • Direttore amministrativo della Melittaklinik Rupert Waldner
  • Difensore civico Gabriele Morandell
  • Il biostatistico Markus Falk
  • Il presidente ASAA Ulrich Seitz
  • Direttore dell’Associazione per l’amministrazione di sostegno Roberta Rigamonti
  • La vicepresidente dell’ASAA Edith Moroder
  • Specialista geriatra Ospedale di Bolzano, Francesca Lubian
  • Direttore generale Azienda Sanitaria dell’Alto Adige Florian Zerzer
  • Specialista Geriatra Ospedale di Merano, Ingrid Ruffini
  • Specialista in Neurologia e Riabilitazione, Claudio Corradini

Dal Quotidiano “Alto Adige” del 3/10/2022

Me lo ricorderò – iniziativa dell’Associazione Alzheimer Alto Adige in occasione della Giornata Mondiale 2022

Nell’ambito della Giornata Mondiale Alzheimer di quest’anno, l’Associazione Alzheimer Alto Adige ASAA ha recentemente invitato il pubblico a un evento informativo presso la nuova Clinica Melitta di Bolzano.

La sala conferenze era piena, anche perché oltre alle relazioni degli esperti Ingrid Ruffini, specialista in geriatria dell’Ospedale di Merano, sui disturbi del comportamento e Andreas Conca, primario di psichiatria dell’Ospedale di Bolzano, sulla rabbia e l’aggressività nell’assistenza, c’è stata una tavola rotonda con vari esperti e ore di consulenza gratuita per le famiglie interessate con medici, psicologi e logopedisti. Ulrich Seitz, presidente di ASAA, sottolinea quanto sia importante aprirsi su questo tema in particolare e affrontare timori e incertezze senza menare il can per l’aia. È inoltre importante che i caregiver scoprano dove possono trovare aiuto per migliorare la loro situazione, nonostante le limitate risorse disponibili. Ulrich Seitz ci ricorda che in Alto Adige circa 13.000 persone sono affette da demenza, la maggior parte delle quali soffre della forma più comune, l'”Alzheimer”. I dati non sono peggiori rispetto alle regioni limitrofe, ma nemmeno migliori. L’aspetto preoccupante è che sempre più spesso entriamo in contatto con persone più giovani, di età compresa tra i 49 e i 65 anni, colpite dal destino della “demenza”. Questo mi rattrista molto, dice Seitz, perché sappiamo che nella nostra Provincia non ci sono quasi opzioni concrete di riabilitazione per queste persone. L’Associazione Alzheimer chiede quindi un’assistenza concreta per le persone colpite e le loro famiglie, attraverso un piano specifico per la demenza, e un’enfasi particolare sui servizi di supporto per le famiglie (come proposte pomeridiane o di breve ricovero), che sono stati completamente interrotti dallo scoppio della Pandemia Corona. Centinaia di famiglie altoatesine sono frustrate anche dai lunghi tempi di attesa per l’assegno di cura.  Ulrich Seitz sottolinea che non si capisce perché l’Alto Adige debba spendere così tanto in burocrazia per la classificazione dei richiedenti, causando così mesi di attesa, mentre in Germania o anche in realtà paragonabili per dimensioni, come il Liechtenstein o il Lussemburgo, è stato possibile sancire per legge una norma che prevede che l’ente pubblico competente abbia il dovere di decidere sulla domanda di classificazione assistenziale entro 30 giorni e di inviare immediatamente la decisione all’assicurato. Se non rispetta questa scadenza, deve pagare direttamente al richiedente, in Germania, 70 euro a settimana o parte di essa (a meno che il ritardo non sia dovuto al mancato rispetto degli appuntamenti da parte dell’assicurato, ecc.) In sintesi, alla presenza del Direttore generale dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, Florian Zerzer, e della difensora civica Gabriele Morandell, sono state presentate le seguenti preoccupazioni in modo particolare e rivolte ai responsabili politici come richiesta urgente di misure da adottare, anche in considerazione dei 1.200 nuovi casi di demenza che si verificano ogni anno in Alto Adige.

Per questo motivo, secondo l’ASAA, è necessario farlo al più presto:

  • Riallineamento urgente della classificazione delle cure per i pazienti affetti da demenza
  • Assistenza finanziaria e pagamenti compensativi per il superamento dei tempi di attesa
  • Migliore accesso ai servizi socio-sanitari e a servizi di assistenza efficienti
  • Una vera e propria conciliazione tra lavoro e assistenza
  • Riconoscimento dei servizi di assistenza domiciliare ai fini pensionistici
  • Focus: Task Force per i giovani pazienti affetti da demenza
  • Maggiore specializzazione nell’auto-aiuto
  • Riconoscimento del profilo professionale per l’assistenza domiciliare
  • Investimento in ricerca e studi pratici
  • Un osservatorio con dati affidabili

A breve termine, ci sono già alcune opportunità per avviare le attività con il governo statale, sottolinea Seitz. Ad esempio, i caregiver familiari dovrebbero poter visitare un punto di contatto professionale per le questioni relative alla demenza. Oltre alle informazioni su come affrontare il problema della demenza, dovrebbe anche fornire loro informazioni sui possibili servizi di assistenza.

Dovrebbe anche essere possibile garantire la creazione di un ufficio di coordinamento con il coinvolgimento dell’ASAA per i parenti con un piano di emergenza.

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