Intelligenza artificiale…

… Opportunità o schiavitù? Speciale discussione accademica presso la residenza per gli anziani Pilsenhof di Terlano.

Nella foto da sinistra a destra il presidente del Pilsenhof Ulrich Seitz, la giurista e docente Yu Jin e l'ospite della casa di riposo Fernando Armellini.

Di recente, presso la residenza per gli anziani Pilsenhof di Terlano, si è svolta una speciale discussione accademica.

L’evento si è incentrato su un tema che è attualmente all’attenzione di molti nella società, in particolare di coloro che lavorano nel mondo dell’economia e dell’istruzione. In particolare, l’evento ha affrontato la questione se l’intelligenza artificiale debba essere vista come una maledizione o una benedizione a lungo termine. L’aspetto entusiasmante dell’iniziativa di Terlano è che l’impulso per la serata è venuto da un ospite di casa molto intraprendente, l’ex top manager Fernando Armellini, che ora è un filosofo entusiasta alla sua seconda laurea. Nella sua presentazione ha spiegato come l’intelligenza artificiale sollevi domande sulla natura della coscienza e sulla possibilità di una coscienza artificiale. L’etica dell’IA si occupa delle implicazioni morali dei sistemi autonomi e del loro impatto sulla società. Le discussioni filosofiche sul libero arbitrio e sul determinismo vengono sempre più riesaminate attraverso processi decisionali corrispondenti. Grazie al rapido sviluppo della tecnologia dell’IA, ci troviamo a un punto di svolta che getta nuova luce su queste vecchie questioni filosofiche, afferma Armellini. Le macchine che possono imparare, risolvere problemi e agire in modo autonomo ci costringono a ripensare la nostra comprensione dell’intelligenza e della coscienza. Quanto sono strettamente legate all’esperienza umana? Può esistere una forma di coscienza delle macchine e, in caso affermativo, quali sarebbero le conseguenze: queste sono le domande più frequenti al momento. È stato anche l’arzillo Senior Armellini a invitare a Terlano la  professoressa cinese Yu Jin, impegnata in numerosi progetti come giurista e ricercatrice presso il Centro Martini di Trento. L’esperto spiega che l’IA non è solo una tendenza in Cina: è una priorità nazionale, un’industria fiorente e una forza trainante per il cambiamento nell’istruzione, nelle imprese e nella produzione. Con oltre 4.300 aziende nel settore dell’IA e piani strategici fino al 2030, la Cina sta investendo molto e sta definendo standard globali di innovazione su larga scala. L’autrice ha evidenziato vari esempi pratici nelle principali metropoli del suo Paese, ad esempio nel settore sanitario, dei trasporti e persino dell’ospitalità.

L’impatto dell’IA in Cina è quindi particolarmente rilevante nell’assistenza sanitaria, nei veicoli autonomi e nella sicurezza nazionale. Nel settore sanitario, i modelli linguistici su larga scala stanno trasformando la diagnostica dei pazienti e le operazioni ospedaliere, soprattutto negli ospedali di terzo livello. Questi sistemi stanno migliorando l’accuratezza diagnostica, ottimizzando i flussi di lavoro clinici e introducendo strategie di medicina di precisione. Tuttavia, Yu Jin sottolinea che questa trasformazione comporta delle sfide, tra cui la privacy dei dati, la trasparenza degli algoritmi e la necessità di una supervisione etica. Recenti ricerche sottolineano l’importanza di stabilire solidi meccanismi di governance per gestire i rischi associati all’IA in ambienti medici sensibili.

Nel settore della mobilità, i servizi di robotaxi illustrano la leadership cinese nella guida autonoma. Il presidente di Pilsenhof, Ulrich Seitz, sottolinea che anche per le case di riposo sta diventando sempre più importante decidere se l’IA debba e possa essere sempre più utilizzata come alternativa o integrazione alle misure di assistenza nelle strutture interessate in caso di mancanza di risorse umane.

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